Il Bollettino pubblicato dall'IVASS- Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, il 16 ottobre 2020 presenta le principali evidenze quantitative delle due forme di assicurazione per la RC sanitaria prevista dalla legge:
1. quelle acquisite tramite polizze assicurative per i rischi da r.c. sanitaria, offerte dalle imprese di assicurazione dietro pagamento di un premio. ( Le polizze collocate sono tutte con la clausola claims made, che ammette il risarcimento dei soli sinistri denunciati durante il periodo di vigenza della polizza con riferimento a danni manifestatisi entro il medesimo periodo, anche se l’evento che ha causato il danno si è verificato in precedenza, fino a un massimo di 10 anni prima dell’inizio della validità della copertura (periodo di retroattività).
2. quelle che le strutture sanitarie pubbliche costituiscono tramite auto-ritenzione del rischio. (La cosiddetta legge Gelli che prevede la possibilità di forme di auto-ritenzione del rischio anche per le strutture sanitarie private, per cui dati statistici completi non sono disponibili).
Bollettino IVASS: I rischi da responsabilità civile sanitaria in Italia (2010-2019)
Le polizze salute fanno parte del più grande insieme della RC generale, di cui rappresentano nel 2019 il 13,1% del totale.
I dati su questo tipo di polizze sono acquisiti tramite una indagine annuale condotta dall’IVASS nei primi medi di ogni anno presso le imprese di assicurazione. I dati sull’auto-ritenzione del rischio delle strutture sanitarie pubbliche sono forniti dal Ministero della Salute, che rende disponibile una base informativa con i dati di bilancio di tali strutture.
I principali risultati nel 2019
Nel 2019 la raccolta premi per i rischi da r.c. sanitaria ammonta a 579 milioni di euro, in flessione rispetto all’anno precedente (–6,5%), a causa della forte diminuzione dei premi (–14,7%) per le polizze sottoscritte dalle strutture sanitarie pubbliche. La raccolta per i rischi delle strutture private e per quelli del personale sanitario è sostanzialmente stabile.
Nell’arco del decennio 2010-2019, il numero di strutture pubbliche assicurate (passato da 1.426 e 581) si è più che dimezzato.
La metà dei premi è raccolta da imprese con sede all’estero, particolarmente attive nella sottoscrizione dei rischi delle strutture pubbliche, per i quali le imprese italiane raccolgono soltanto l’11,6% dei premi.
Le imprese italiane sono maggiormente operative nei confronti delle strutture private e del personale sanitario: per queste unità di rischio esse raccolgono rispettivamente il 72,6% e il 76,8% dei premi.
Permane la forte concentrazione della raccolta premi nel settore, per le strutture pubbliche effettuata in misura pari al 92,4% dalle 5 maggiori imprese. La concentrazione è meno elevata per i rischi sottoscritti dalle strutture private e dagli operatori sanitari, per i quali le prime 5 imprese raccolgono rispettivamente l’81,2% e il 61,2% dei premi.
Nel quinquennio 2014-2019 il livello di concentrazione della raccolta premi è in lieve flessione.
La percentuale di unità di personale sanitario che cambia compagnia da un anno all’altro è compresa tra il 5% e il 7% nel quadriennio 2016-2019. La mobilità assicurativa comporta in media effetti di riduzione del premio pagato.
Si conferma una redditività tecnica negativa delle coperture per i rischi delle strutture pubbliche e private, per queste ultime in particolare per le generazioni di sinistri meno recenti.
L’auto-ritenzione del rischio da r.c. sanitaria è consentita alle strutture sanitarie dalla legislazione vigente, come soluzione alternativa o integrativa dell’assicurazione tradizionale. Per le strutture pubbliche l’opzione è in forte crescita nel medio-lungo periodo: nel 2018 gli accantonamenti ai fondi di auto-ritenzione ammontavano al 187,9% del valore dei premi raccolti nello stesso anno dalle compagnie per la r.c. sanitaria (contro il 138,8% del 2014).
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