In questo articolo voglio parlarti della facilità con la quale anche una semplice passeggiata in prossimità di una pista ciclabile può diventare un bel problema.
Pista ciclabile: quando anche una semplice passeggiata può diventare un problema
Ma partiamo proprio da loro, dalle piste ciclabili. Questa domenica stavo passeggiando con la mia famiglia lungo queste strade che, di fianco all’area pedonale, presentano meravigliose piste per i ciclisti e per chi guida i monopattini elettrici, le quali hanno però un grosso difetto: il fatto di essere fisicamente separate dalla via per i pedoni solo da un basso cordolo.
Ci sono poi piste che non presentano nemmeno il cordolo e nelle quali è una semplice linea bianca a delimitare lo spazio pedonale da quello per bici e monopattini.
Si tratta della stessa striscia bianca che nei cartelli che segnalano le piste divide l’omino sulla bici dall’omino che rappresenta i pedoni. Questi percorsi ciclo-pedonali non presentano particolari criticità, salvo che su entrambe le corsie vengano sempre rispettate perfettamente le regole del codice della strada.
Ecco che, però, voglio arrivare ad un caso specifico che può aiutarti a capire come anche queste vie possano diventare scenario di grossi grattacapi.
Ti parlo quindi di Cesare, un bimbo di 10 anni che, in compagnia di Riccardo e Jessy, sta trascorrendo una bellissima domenica a bordo del suo nuovissimo monopattino, che prova per la prima volta molto timidamente lungo una pista ciclabile del suo paesello.
Ad un certo punto, Cesare si ferma per allacciarsi una scarpa quando, improvvisamente, sopraggiunge un ciclista ad alta velocità. Cesare si accorge con la coda dell’occhio e si sposta bruscamente per evitare l’impatto.
Questo spostamento genera però una rovinosa caduta e Cesare viene colpito dalla ruota della bicicletta sul tallone. I genitori, preoccupati, si accertano delle condizioni di Cesare e poi del ciclista, che intanto giace a terra dolorante. Chiamano l’ambulanza e il ciclista viene portato al pronto soccorso.
Chi ha torto e chi ha ragione...
La questione qui è abbastanza complicata per diverse ragioni.
- Di chi è la responsabilità dell’accaduto, di Cesare o del ciclista?
- Come si denuncia un incidente del genere?
- Chi stabilisce chi ha ragione e chi ha torto?
Conta che le conseguenze dell’incidente sono: escoriazioni varie al ciclista e una botta al tallone per Cesare, che dopo la caduta zoppica vistosamente. Ma quali sono le preoccupazioni per il padre di Cesare e, più in generale, per un padre di famiglia che si trova nella medesima situazione?
- Che Cesare guarisca e non abbia conseguenze permanenti dopo l’incidente;
- Che non debba personalmente risarcire il ciclista di danni patrimoniali importanti;
- Che non venga raggiunto da un avviso di garanzia per lesioni gravi o gravissime.
Ora, dato che in questo specifico caso non è arrivata nessuna richiesta di risarcimento danni, concentriamoci sulle dinamiche del fatto e sull’attribuzione delle colpe, perché ancora non è chiaro chi abbia subito il danno reale e chi l’abbia provocato, se Cesare o il ciclista.
In questo articolo non voglio però fornirti risposte certe, anche perché si tratta di un caso in fase di sviluppo per cui non ho ancora ricevuto novità particolari. Ma lascio la questione aperta anche per permetterti di ragionare sulle possibili evoluzioni della faccenda e sull’importanza, anche per casi apparentemente banali, di una polizza di Tutela Legale.
Come si sviluppano gli eventi in assenza di un polizza di Tutela Legale? Come, invece, in sua presenza?
Ti auguro una buona riflessione. Ti invito poi a “rincontrarci” nel prossimo articolo per un rinnovato confronto e per fornirti qualche notizia in più su Cesare e suo padre.
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